La nuova Legislatura inizia i suoi primi, timidi passi con la prospettiva, per quel che riguarda l’attività dei due rami del Parlamento, di entrare a regime solo verso l’estate. Non prima di allora, infatti, le Commissioni parlamentari saranno operative perché lontana è l’elezione dei loro presidenti.
Con il governo Gentiloni in carica solo per l’ordinaria amministrazione, la macchina amministrativa non si è fermata del tutto ma ha subito un rallentamento: è il caso emblematico, manco a dirlo, del Ministero delle politiche agricole, che ha visto anche le dimissioni del ministro Maurizio Martina.
Poco prima delle elezioni il capo del Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare e della pesca Luca Bianchi ha lasciato l’incarico (molto prima di essere congedato, come prevede la legge, dal successore di Martina) per tornare allo Svimez di cui è diventato direttore generale. Il contraccolpo, in termini di gestione organizzativa, c’è stato vista anche l’importanza del suo ruolo.
Per la nomina del successore di Bianchi bisognerà attendere che si insedi un nuovo ministro.
In ogni caso, pur in questa situazione disordinata, alcuni provvedimenti per i quali si attendeva il via libera di Palazzo Chigi sono stati approvati in extremis. Si tratta del decreto che riordina la complessa materia delle filiere forestali e quello che modernizza la materia della gestione del rischio.
Due apparati normativi che, però, per essere applicati dovranno essere completati con decreti attuativi.
Tra gli interventi che rimangono da perfezionare con decreti attuativi quelli approvati in gran parte con la legge di stabilità per il 2018 in favore di:
● zootecnia estensiva praticata nelle zone montane;
● Fondo per l’agrumicoltura;
● Distretti del cibo, attività enoturistica e riforma del settore ippico;
● assegnazione delle risorse, pari a 200.000 euro, per i danni causati dal batterio della Xylella fastidiosa.
E poi:
● l’assegnazione alle Regioni del Fondo per le mense scolastiche biologiche;
● la definizione dei criteri per la tracciabilità varietale del riso e le condizioni per l’utilizzo della denominazione «classico»;
● la definizione delle modalità per l’accesso alla Banca dati nazionale dell’Anagrafe zootecnica utilizzando il Sian;
● la definizione dei modelli di notifica dell’attività di produzione con metodo biologico, dei programmi annuali di produzione e della modulistica relativa al controllo delle produzioni zootecniche attraverso il ricorso all’uso dei sistemi informativi;
● l’applicazione dei controlli delle attrezzature per l’erogazione dei prodotti fitosanitari (a carico degli operatori) e in particolare le tariffe da applicare.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 11/2018 a pag. 7
I tempi lunghi della politica tengono il Mipaaf in stallo
di L. Martirano
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