riviste agricoltura, agricoltura biologica, giardinaggio, normativa comunitaria agricoltura, politica ambientale italiana, frutticoltura, viticoltura, coltivazione biologica

Anne Maréchal, analista dello Ieep (Institute for European Environmental Policy) spiega i risultati e le raccomandazioni conclusive del progetto di ricerca Pegasus. I risultati di Pegasus, che per l'Italia ha visto la partecipazione del Crea, suggeriscono che per migliorare la performance di reddito, sociale e ambientale, la politica agricola comune debba concentrarsi maggiormente sui processi sociali, con programmi basati su collaborazione e condivisione delle conoscenze. Filmato a Bruxelles il 7 febbraio 2018.
 

- Cos'è il progetto Pegasus?
 

- E' un progetto di ricerca triennale finanziato dal programma Horizon 2020. L'obiettivo è di valutare e stimolare una fornitura più ampia e durevole di benefici ambientali e sociali da parte dell'agricoltura e della silvicoltura nell'Ue.
Ci siamo rivolti soprattutto agli addetti ai lavori perché il loro impegno aumenti. C'è ancora bisogno di affrontare le sfide ambientali e sociali nelle aree rurali e pensiamo che esistano grandi opportunità di farlo meglio se si usa un approccio più integrato.

 

 

- Avete raccolto 34 casi studio, o possiamo definirle delle "migliori pratiche". Quali sono i vostri suggerimenti per trasformare queste pratiche straordinarie in pratiche normali, che possono essere applicate da tutti?

- Una delle lezioni per così dire trasferibili è che le politiche devono mettere al centro le comunità e la dimensione sociale, cercando di coinvolgere i soggetti sul territorio tramite approcci collettivi e multi-attore.
In particolare è rilevante coinvolgere le imprese e i soggetti privati perché questi possono esercitare un impatto significativo sulle decisioni degli agricoltori, per esempio sulla gestione dei suoli. Gli assetti istituzionali sono importanti per costruire fiducia e far interagire politiche diverse rendendole più flessibili.
Infine, abbiamo potuto appurare che il ruolo dei consulenti aziendali e dei facilitatori è fondamentale. Per questo pensiamo che bisognerebbe prevedere strumenti di policy per integrare e sostenere la facilitazione e lo sviluppo di capacità, forse anche aumentando i fondi a sostegno di questo tipo di funzioni.