riviste agricoltura, agricoltura biologica, giardinaggio, normativa comunitaria agricoltura, politica ambientale italiana, frutticoltura, viticoltura, coltivazione biologica

La proposta di quadro finanziario pluriennale dell'Esecutivo arriverà nel maggio 2018. Un mese dopo, dice il commissario UE all'agricoltura Phil Hogan, dovrebbe arrivare quella sulla PAC.
Probabilmente nel bilancio UE ci saranno meno soldi (causa Brexit) e più politiche da finanziare (difesa e presidio confini esterni) e per reperire risorse tutti guardano ai salvadanai più ricchi del budget UE: PAC e fondi regionali. 

Più che per proporre cambiamenti sostanziali, la comunicazione della Commissione sembra concepita per spiegare ai non addetti ai lavori perché la PAC è importante e lo sarà anche per il futuro.

L'unica vera novità della comunicazione sono i «piani strategici nazionali»: da preparare in 18 mesi e concordare con Bruxelles, trasferirebbero maggiori responsabilità agli Stati membri coinvolgendoli nella scelta di strumenti specifici per raggiungere gli obiettivi comuni della Pac. «L'UE deciderà il cosa, gli Stati membri decideranno il come» riassume il vicepresidente della commissione europea Jirky Katainen. 

Su quali obiettivi della PAC arriverà la responsabilità aggiuntiva degli Stati? Principalmente, sembra, sul greening e sulla definizione di agricoltore attivo. La Comunicazione menziona poi esplicitamente i piani nazionali come mezzo per «facilitare l'assistenza ai giovani agricoltori», fermo restando un «sistema di sostegno a livello UE per il primo insediamento».