I Ministeri delle politiche agricole alimentari e forestali e dello Sviluppo Economico hanno inviato a Bruxelles il dossier integrato per la richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia a tutela del settore risicolo dalle importazioni a dazio zero dai Paesi asiatici EBA, in particolare dalla Cambogia.
I ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda hanno accompagnato il dossier con una lettera indirizzata Alla rappresentate per la pllitica estera dell’Ue e ai commissari Cecilia Malmström e Phil Hogan.
Per le importazioni cambogiane solo l'Italia dalla campagna 2011-12 alla campagna 2016-17 ha conosciuto un mancato collocamento di riso lavorato indica nell'UE di circa 67.000 tonnellate.
«Chiediamo l'attivazione della clausola di salvaguardia - dice la lettera dei ministri Martina e Calenda - perché la crisi dei prezzi mette a rischio la sopravvivenza e il futuro dell'intera filiera risicola europea. L'abbandono della risicoltura provocherebbe ripercussioni gravissime non solo sotto il profilo della tenuta socio-economica di molti distretti rurali ma anche dal punto di vista ambientale, tenuto conto del valore degli ecosistemi che caratterizzano le aree di produzione».
«Le cause principali di questa crisi senza precedenti - prosegue la lettera - sono da attribuire al regime particolarmente favorevole praticato nei confronti dei Paesi Meno Avanzati (accordo EBA), che prevede la possibilità di esportare verso l'Unione Europea quantitativi illimitati di riso a dazio zero. Per questo già a luglio scorso insieme a Francia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Ungheria, Portogallo e Romania abbiamo chiesto alla Commissione di attivare la clausola di salvaguardia. Con il nuovo dossier inviato ci aspettiamo decisioni conseguenti da parte della Commissione europea».
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