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Report: che ne sai di un campo di grano?
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«Che ne sai tu di un campo di grano?» Così recitava una canzone di Lucio Battisti. Non devono aver capito la domanda a Report se hanno deciso, il 30 ottobre scorso, di mandare in onda l’ennesima puntata a tema per demonizzare il glifosate.
Il metodo consolidato della trasmissione è quello di selezionare le informazioni che assecondano la tesi della puntata e omettere quelle contrarie. Immaginate la sintesi di una partita di calcio in cui si mostrano solo i gol della squadra del cuore e si omettono i gol della squadra avversaria: la vittoria (virtuale) è assicurata.
Tra le tante sciocchezze, imprecisioni, omissioni, vale la pena sottolineare la curiosa affermazione dell’agronomo canadese intervistato dall’inviato di Report: in un campo di soia ogm l’agronomo sapiente mostra al giornalista attonito una pianta di colza ogm morta. In televisione si sente quasi la puzza del cadavere di colza. Poi da un altro campo l’esperto raccoglie un fusto reciso con radici di una pianta verde di colza che è ancora viva, la annusa e fa sentire il profumo al giornalista. Ci si apre il cuore: che profumi, che fragranza. Le piante vive emanano serenità. Ovvio. Spiega il bioagronomo: tu mangeresti una mela da un albero di mele morto? L’altro non risponde, ma si capisce che è lavoro da sciacalli mangiare le carogne di morti in decomposizione.
A noi avevano spiegato che un albero morto non fa frutti. Ci hanno anche detto che se raccolgo prima le mele e dopo sego l’albero, la mela raccolta che ho tenuto in mano non marcisce, però non abbiamo mai segato un melo per vedere se era vero. Forse l’agronomo sa cose che ignoriamo. Quello che però non abbiamo capito è come mai una colza ogm resistente a glifosate muore se trattata con glifosate. Avevamo capito che muoiono le malerbe, ma la colza ogm sopravvive: non è che i due segugi hanno sbagliato campo e quella viva era colza ogm?
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 40/2017 a pag. 12
Report: che ne sai di un campo di grano?
di R. Defez, F. Di Chio
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