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Estratti dalla conferenza stampa del commissario europeo all'agricoltura di Phil Hogan, che il 2 febbraio 2017 ha presentato la consultazione pubblica sul futuro della Pac. Un "calcio di inizio" per l'avvio di una nuova riforma della politica agricola comune, il cui iter è però ancora denso di incognite. Video realizzato con materiale audio-video della Commissione europea.

- Commissario, ha appena detto che nel 2018 ci sarà una proposta legislativa [sulla riforma della Pac]. Ma c'è abbastanza tempo, visto che le elezioni europee sono previste per il 2019? Un anno basterà?


- La stessa situazione si è presentata nel 2013, con le elezioni in programma nel 2014. Penso che potremo intanto presentare buone proposte il prima possibile nel 2018 per consentire al dibattito di partire in quell'anno.

Ma naturalmente sono anche nelle mani dei co-legislatori, come del Consiglio Europeo [la riunione periodica dei capi di Stato e di governo], che dovrà decidere del bilancio destinato alle diverse politiche, inclusa la Pac. Ci sono molte questioni aperte nel 2018 che devono essere risolte prima di dire con certezza quando il processo sarà concluso.

Che piaccia o no, se si vuole preservare la presenza nei territori rurali dell'Ue facendo fronte ai nostri obblighi ambientali dobbiamo mantenere gli agricoltori su quelle terre perché sono gli unici a poter attuare programmi di contrasto a fenomeni di degrado economico e ambientale che si stanno verificando in altre parti del mondo, come il Midwest negli Stati Uniti.

Gli aiuti diretti sono un tipo di sostegno che serve a questo scopo: mantenere vitali le aree rurali e fornire beni pubblici. Vedrei in futuro un contributo maggiore degli agricoltori alla fornitura di beni pubblici, bisogna solo capire se farlo attraverso il primo pilastro il secondo pilastro… o un solo pilastro. Con la consultazione pubblica che abbiamo lanciato, ci aspettiamo di ricevere spunti e idee su qual è il modo migliore di agire.