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Arnaud Petit, la crisi dell'agricoltura europea

Arnaud Petit, direttore dell'unità prodotti e mercati del Copa&Cogeca, parla della crisi dell'agricoltura europea, in particolare dei problemi che colpiscono l'allevamento in tutta l'UE. A circa sei mesi dal varo del pacchetto di aiuti straordinari dell'UE la situazione per molti agricoltori è la stessa del settembre 2015: un circolo vizioso, racconta Petit, con le aziende costrette a produrre nonostante i prezzi bassi per cercare di ripianare i debiti dopo una fase di investimenti. Filmato a Bruxelles il 12 febbraio 2016.



- A circa sei mesi dall'annuncio del piano di aiuti straordinari da parte della Commissione europea, le filiere dell'allevamento sembrano ancora in sofferenza. Qual è la situazione in Europa?
 
- La situazione resta critica per due motivi principali. I prezzi continuano a essere bassi e ci sono problemi di liquidità.

Tutti gli agricoltori che in anni recenti hanno investito per far fronte alle nuove norme per il benessere animale, come nel caso della filiera suinicola, o per soddisfare una domanda in crescita, come nel settore del latte si trovano necessariamente a dover produrre per pagare i debiti fatti. Lo scenario è molto complicato perché gli allevatori sono obbligati a produrre per rimborsare le banche nonostante i prezzi siano bassi.

[Per quel che riguarda il latte] L'UE ha perduto uno sbocco di mercato importantissimo con la chiusura delle frontiere russe. Poter contare sulla riapertura delle esportazioni risolverebbe molti problemi in un contesto di surplus di produzione mondiale. I produttori neozelandesi hanno addirittura invitato gli europei a produrre meno in modo da ridurre la pressione sui prezzi. La concorrenza sui mercati mondiali del latte è in aumento ma le pare che debbano essere i produttori europei a stringere la cinghia per il benessere di quelli neozelandesi? 

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