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Roger Waite, ex portavoce della Commissione europea per l'agricoltura e attualmente responsabile delle relazioni con i media della Direzione generale agricoltura, parla del sostegno che la Pac fornisce alla stipula di polizze assicurative e ad altri strumenti di gestione del rischio. Intervista filmata a Bruxelles il 25 gennaio 2016.

- Gli strumenti di gestione del rischio possono servire agli agricoltori per far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici?

- Si, sono un'opzione. Per questo abbiamo previsto misure supplementari di questo tipo nei piani di sviluppo rurale fino al 2020. Anche se fino ad oggi la loro adozione misure è stata limitata. Le opzioni sono: contributo a un fondo mutualistico che ripaga in caso di danni da eventi climatici estremi, sostegno a polizze assicurative per colture e animali e uno strumento per la stabilizzazione del reddito, che non copre solo fenomeni climatici. Queste misure sono in 14 programmi di sviluppo rurale in 12 paesi membri sul totale di 118 adottati in tutta l'UE. In Francia e in Italia, per esempio, si è scelta una programmazione a livello nazionale.

Stiamo parlando di circa l'1,7% del totale della spesa nello sviluppo rurale. Entro il 2020 avremo un quadro più chiaro di come queste misure abbiano funzionato nei paesi e nelle regioni che hanno scelto di applicarle e magari saremo capaci di aumentare l'adesione dopo il 2020. Ma vorrei ricordare che abbiamo pur sempre il sistema dei pagamenti diretti. Si fanno paragoni con gli Stati Uniti, dove la gestione del rischio gode di un sostegno pubblico molto più forte, ma bisogna tenere conto anche delle differenze tra il loro sistema dei pagamenti diretti e il nostro. Se si guarda al reddito ci si rende conto che i nostri agricoltori subiscono una volatilità dei prezzi più contenuta rispetto agli agricoltori americani e questo grazie ai pagamenti diretti che contribuiscono a stabilizzare il reddito.