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Joao Pacheco, ex ambasciatore dell'Ue in Brasile ora consulente del think-tank Farm Europe, descrive i settori dell'agricoltura europea più vulnerabili a un eventuale accordo commerciale con gli Usa e suggerisce una strategia per il negoziato. Filmato a Bruxelles il 14 ottobre 2015.

- Farm Europe ha pubblicato un'analisi sui rischi e le opportunità per l'agricoltura europea del Trattato trans-Atlantico. Quali le conclusioni?

 - Il TTIP è di gran lunga il negoziato commerciale più difficile in cui l'UE si sia mai impegnata. Il suo impatto sarà più forte non solo di trattati bilaterali come quello con il Canada, ma anche dell'accordo multilaterale nell'Organizzazione mondiale del commercio. Alcuni settori sono vulnerabili, per altri invece il TTIP è un'opportunità. Cominciamo dai primi.
Per le carni, soprattutto quelle bovine, le importazioni in più dovrebbero essere limitate con contingenti tariffari e la Commissione dovrebbe approntare un piano ad hoc per alleviare l'impatto di un eventuale accordo sul settore.
Ma i rischi ci sono anche per i cereali. Il riso, che è molto importante in Italia, è un prodotto sensibile nel negoziato. Più in generale per i cereali abbiamo una differenza di sostegno pubblico di cui si deve tenere conto. Detto in breve, gli agricoltori europei hanno un livello di aiuto costante a prescindere dai prezzi, mentre gli americani beneficiano di un sistema che si attiva con prezzi bassi. Ne consegue che i produttori USA sono avvantaggiati in situazione di prezzi bassi.
Ma ci sono i settori per cui il TTIP è un'opportunità: vino, ortofrutta e olio d'oliva.


- Secondo lei, gli agricoltori europei sono pronti a presentarsi uniti al negoziato?

In Europa abbiamo molte tipologie di agricoltura e 28 Stati. Ma credo ci sia consapevolezza sul fatto che il TTIP è la più grande sfida che il settore agricolo dell'UE dovrà affrontare. Dobbiamo capire che un approccio secondo cui tutti i settori sono considerati come vulnerabili non ci porta da nessuna parte. Dobbiamo concentrare gli sforzi, e mostrare unità, nella difesa di settori che sono particolarmente esposti e davvero "sensibili" al risultato dei negoziati.